sabato 8 marzo 2014

Agip prot


Il contatore dei soldi e il contatore di litri sul distributore. È come se avessi sui piatti un disco gabber e uno raggamuffin e il tuo portafogli fosse il dj.
Quello sopra va veloce come uno di quei clip sparatissimi, con tre quattro inquadrature al secondo, tipo il vecchio spot della nike. Ci vedi, girati e montati benone: burocrati col riporto che bloccano imprese che hanno modificato la curvatura dell'apostrofo di un pezzo della loro insegna, vigili urbani che si tirano su i pantaloni acchiappandoli per la fibbia della cintura prima di entrare gratis al cinema, petrolieri che non riescono a collegare il pc con le slide al videoproiettore, deputati che chiedono una nuova miscela di caffè al barista della buvette, camionisti che caricano le puttane nel rimorchio che tanto è vuoto, broker che comprano monte dei paschi anche se solo con sorgenia sta fuori di seicento milioni e mo' la ricapitalizza comunque, pompei che si sgretola come una meringa e nessuno del personale si fa male perché invece il muro del bar di fronte è in sicurezza, il maestro di siracusa che non gli tornano le sillabe di mat-te-o ren-zi ma tanto sti-caz-zi l'importante è che passi il con-cet-to, il ferro arrugginito fuori dai piloni delle case a picco sul mare nella locride, l'assessore che fattura alla regione un delfino di  murano da mettere accanto al dalmata di capodimonte nello scannatoio intestato a uso ufficio alla moglie che non c'è mai stata ma si fida, la pioggia che allaga l'interrato dei garage di caltagirone due mesi dopo l'inaugurazione, le stanze vuote dei palazzi affittati dallo stato per non metterci niente che non sia muffa, niente di vivo che non sia muffa, il sito di trenitalia che s'impalla quando hai quasi finito, il sito del comune che per accedere devi chiedere un pezzo di password numerica, estrarre la derivata, copiarla su un bigliettino, portare il bigliettino sul monte amiata, farti colpire da un fulmine e allora ti danno anche l'altro pezzo di password e a quel punto entri e c'è un numero di telefono scusate stiamo lavorando per voi, il bar della siae che c'ha solo le patatine montebovi perché perfino la luisona ha preso e se ne è andata, irpef, irap, tasi, tares, imu, iva, ivie, ivafe, canone rai che manco vale un acronimo ma vale anche sul videocitofono perché l'altro giorno ti ha citofonato marzullo, il bar della rai coi cordon bleu con la fetta di prosciutto che sembra la lingua di un cocker, l'imprenditore con venticinquemila euro di crediti verso lo stato e duemila di debiti che cassintegra l'operaio e l'operaio che guarda il suo stesso cantiere vuoto insieme a suo padre che poi lo porta a pranzo perché c'ha la pensione retributiva, Mazzini che celebrava fica, poesia e giovinezza, Napolitano che celebra la lapide di Mazzini, gli studenti di ingegneria informatica che programmano in cobol perché 'parte tutto da lì', gli studenti dell'ultimo anno di liceo che si fermano all'Unità d'Italia perché è bello chiudere a lieto fine, gli assessori che comprano derivati coi soldi del comune e poi però ti mettono in guardia dai bitcoin perché non si sa se sono sicuri, il secco residuo  nei parchi, nei cassonetti, nel bitume delle autostrade, nell'acqua, nei bagagliai delle macchine dei cittadini dei comuni con la raccolta porta a porta, i meccanici pieni di fiat, le vecchiette che sparpagliano le bollette sul tavolo davanti a ruotolo, la natalità che scende, la mortalità infantile che sale, la disoccupazione che sale, l'inflazione che scende, l'export che sale, i tedeschi che brindano col Cartizze ai moniti della bce, il tempo che passa, cracco che urla, le lancette che girano, il piatto che non è ancora finito ma bisogna impiattarlo, la costituzione più bella del mondo anche se mo' leggo quella del botswana e vi dirò, il tricolore che a ben guardare verde e rosso messi insieme giusto noi e il camiciaio di formigoni.
50 euro, 29 litri di gasolio, riparti, schiacci il pedale, fuori dal finestrino il paese si muove.